L’espressione artistica di Marina Spadaro è parte integrante di una ricerca personale che si sperimenta anche nella scrittura.
Una ricerca sull’ “esserci”, conquista progressiva e mai scontata, ma anche intuizione lucida e improvvisa.
Il rapporto con la natura, che è di amicizia e consuetudine, ha affinato nel tempo la sua sensibilità, disponendola a cogliere, nella natura stessa, l’elemento più cosmico e spirituale.
Il mezzo, soprattutto l’acquerello, ma anche l’acrilico, il pastello, il carboncino, è parte integrante della ricerca. Esso propone il dato materiale del segno e del colore che si condensa e permane, quasi un contrappunto alla dimensione interiore sempre pronta ad immergersi in se stessa.
Di lei il Critico d’arte Giorgio Palumbi ha scritto:
Affascinanti scenari dalle grandi dimensioni e dall’elevato pregio artistico, quelli dell’Artista, che spaziano elegantemente sulla tela per farsi possedere dalla sua paziente magistrale gestualità che sa far emergere figurazioni che compaiono sorprendentemente tra i giochi cromatici della propria creatività.
Personale, esclusiva e valente vocazione formale, la sua, che traspira dall’interno del nucleo della propria primitiva ricerca, a dare vita a tematiche o a scene che esaltano la delicatezza della sua femminile sensibilità.
Storie pittoriche, quelle di Marina Spadaro, che vengono dalla stessa narrate con colori che vogliono imporsi, seppure teneramente e con candore, per creare affascinanti percorsi artistici fatti di immagini sommerse nelle sue sorprendenti cromie o interpretati dalla vasta gamma tonale di ammalianti colori.
Straordinarie visioni, quelle dell’Artista, che si identificano nello spazio e nella luce mediante segni pregni di emozioni dai tratti significativamente sensuali. Magnificenze che a buona ragione denotano la propria grande qualità del saper concedere all’osservazione una piacevolezza che sa penetrare l’intimità dell’anima…